Se prendete la strada che risale
dal piano per le coste alle sorgenti
preferite percorrerla di notte
quando il buio d'inchiostro inghiotte il bosco:
allora quando il manto della dea
cancella ogni profilo delle cose
potrete udire i suoni del silenzio
e ascoltare le ninfe delle acque.
Allora nel ripristino del tempo
la dea del Sele scende alla sua fonte,
si immerge nelle acque lumescenti,
parla a chi sale dentro il nero grembo
della terra che tocca il cielo curvo,
attraversando l'aria con la voce
del cuculo che recita i suoi versi.
E allora non ricorderete ancora
almeno per un po' la vista a valle:
dove la foce del divino fiume
è quella di una chimica cloaca.
Scusate la chiusura ma talvolta
per salvare le cose più elevate
bisogna scoperchiare quelle in basso.
Paola Mazzei agosto 2011
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